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Emozioni

 


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Alcuni aspetti abordati nella mia tesi di laurea:

(Ruolo delle emozioni nell’omeostasi psico-fisica. Implicazioni in riabilitazione)

Tesi (pdf):

  1. Le emozioni (pdf - 5 Mb)
  2. Lo stress (pdf - 1 Mb)

William James: What is an Emotions? (pdf - 52Kb)

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Le emozioni sono impulsi ad agire = piani d’azione per gestire in tempo reale le emergenze della vita)

Impulsi ad agire

Intese come segnali interni:

  • La paura - facilita la fuga
  • Rabbia - facilita l’attacco
  • Il piacere - facilita l’avvicinamento

Dilemma delle ricerche moderne sull’emozione:

Stimolo - ? - Sentimento

Capire quali sono i processi che intercorrono tra uno stimolo emotivo e il sentimento che esso determina.

Cronologia delle ricerche moderne sull’emozione:

Cronologia

James William nell’articolo What is an Emotion? (1884), sosteneva:

Nel modo di pensare alle emozioni che ci viene spontaneo, la percezione mentale di un qualche fatto eccita l’affezione mentale chiamata emozione, e questo successivo stato mentale dà luogo all’espressione fisica. La mia tesi, al contrario, è che i cambiamenti fisici seguano direttamente la percezione del fatto eccitante e che il nostro sentimento di questi cambiamenti che si producono sia l’emozione.”

Meccanismo della paura (Joseph LeDoux)

Meccanismo della paura

Stimolo ----> Valutazione inconscia ----> Emozione automatica ----> Risposte (somatiche e viscerali) ---->Retroazione corporea (feedback) ----> Rappresentazione dei cambiamenti somato-sensoriali ----> Valutazione cosciente ----> Sentimento (paura)

Amigdala (afferenze)

Amigdala_afferenze

Amigdala (efferenze)

Amigdala_efferenze

Teoria del marcatore somatico (Antonio Damasio)

Teoria del marcatore somatico

Quando compare uno stimolo emotivo, vengono attivati (tramite i canali sensoriali: vista, udito, etc.), l’amigdala ed il sistema limbico che, a loro volta inducono una reazione fisica piacevole o spiacevole. Questa reazione fisica stimola l’amigdala e sistema limbico, ma anche la corteccia somato-sensoriale ed insulare a formare una mappa somato-sensoriale della reazione fisica allo stimolo (cioè uno schema delle sensazioni che abbiamo provato in risposta a quello stimolo).

La corteccia orbito-frontale collega lo stimolo emotivo a questa mappa somato-sensoriale, creando il cosiddetto marcatore somatico. Quando, in un secondo tempo, si presenta un stimolo emotivo simile a quello che ha innescato la prima risposta fisica, la corteccia orbito-frontale (con la collaborazione dell’amigdala), riattiva le mappe somato-sensoriali legate allo stimolo emotivo originario.

Questa riattivazione provocherebbe quella sensazione fisica piacevole o spiacevole (marcatore somatico), capace di avvertirci della possibile natura favorevole o sfavorevole dello stimolo attuale e quindi di aiutarci a prendere una decisione al riguardo.

Su questo meccanismo si può intervenire a vari livelli con:

  • Farmaci (sistema nervoso vegetativo ed endocrino).
  • Psicoterapia (cercando di modificare la natura cognitiva dello stimolo).
  • Fisioterapia (lavorando sulla respirazione, sulla postura, o manipolando i tessuti mio-neuro-connettivali, provoca modificazioni a livello corporeo e tramite il feedback somato-sensoriale anche al livello del SNC e naturalmente sulle sensazioni soggettive del paziente).
  • Un effetto durevole del lavoro corporeo richiede una presa di COSCIENZA del fatto che si sta modificando qualcosa.

Meccanismo dell'ansia

Strutturazione corporea delle emozioni:

Strutturazione corporea delle emozioni

Blocchi” a livello connettivale:

La retrazione crea un fulcro non fisiologico, tale fulcro retraendosi attrae a sé i tessuti con cui è connessa, obbligando l’organismo a creare adattamenti e compensazioni.

Si tratta di zone rigide e silenti in quanto caratterizzate da una propriocettività alterata e da una diminuzione della coscienza.

Blocchi connettivali

I diaframmi:

I diaframmi

L’interpretazione dell’omeostasi e la sua reale chiave di lettura sono strettamente legate ad una funzione meccanica derivata dall’armonia e dalla libertà corporea nel mantenimento della statica eretta, conservando l’integrità dei volumi e le pressioni corrette fra le sue diverse posizioni (testa, tronco e addome).

E' il gioco pressorio, unitamente all’azione meccanica dei legamenti sospensori, a provvedere al mantenimento degli organi e dei visceri in sede, assicurando attraverso il sistema fasciale le possibilità di stabilità meccanica e contemporaneamente di mobilità e scivolamento reciproci al fine di:

  • eliminare gli attriti e mantenere costante la temperatura,
  • evitare l’insorgere di compressioni fra gli organi,
  • impedire gli spostamenti organici e controllare le funzioni di mobilità,
  • ammortizzare gli urti diretti, assorbire demoltiplicare energia derivata.

Affinché ciò possa avvenire occorre che la verticalità sia mantenuta in perpendicolarità con i piani trasversali.

I diaframmi delimitano spazi ristretti organicamente indipendenti ma funzionalmente collegati per via della pressione alterate:

  • 1. Il tentorio del cervelletto, ha attinenze specifiche con il SNC ed è in strettissima relazione con il MRP (movimento respiratori primario), e compartecipa a pieno titolo alla sua propagazione.
  • 2. Il diaframma base buccale riequilibra le pressioni fra cavità orale e regione della gola consentendo ad alcuni visceri e sistemi funzionali (faringe, fonazione, etc.), di potersi esplicare correttamente.
  • 3. L'orifizio toracico superiore contrae strette relazioni con tutte la strutture del collo e con la porzione toracica superiore (pleure, polmoni, etc.), comprendendo anche le funzioni meccaniche della catena cervico brachiale.
  • 4. Il muscolo diaframma toracico è maggiormente coinvolto nelle funzioni respiratorie; con la sua azione coinvolge fortemente i visceri addominali (sia posturale che funzionale), la giunzione dorsolombare rachidea riequilibra le pressioni toracoaddominali.
  • 5. Il diaframma pelvico, oltre ad avere efficcacia su tutte le strutture viscerali del piccolo bacino, ha anche notevole importanza nel mantenimento della statica posturale e della dinamica del bacino.

Nel loro insieme i diaframmi devono essere in una situazione di asimmetria controllata per garantire una corretta funzione di ciascun organo, viscere, sistema.

Le variazioni pressorie sono in grado produrre alterazioni omeostatiche; un funzionamento alterato dei diaframmi (non interazione reciproca), è probabilmente la prima causa di compressione e modificazioni non corrette delle funzioni organiche.

L'effetto pompa favorisce la spinta sulle strutture sottostanti e la trazione su quelle sovrastanti; l'alternanza di pressioni (negative e positive), diviene il mezzo endogeno più rapido di mobilizzazione delle masse liquide, quindi lo strumento più veloce per favorire il movimento molecolare contro le pareti dei capillari contribuendo in modo diretto al meccanismo omeostatico.

La continuità fasciale favorisce l'equilibrio della distribuzione pressoria sugli organi e negli organi in quanto l'aumento dei relativi volumi crea una tensione che si trasmette e demolteplica fino alle parti più piccole dell'organismo.

L'equilibrio generale fra contenente e contenuto nasce dalle possibilità di scivolamento e dilatatoria legate alla presenza di fibre elastiche in ogni porzione corporea. La capacità idrofila, propria del connettivo, consente di mantenere il giusto grado di umidità ed inibizione dei tessuti creando un'ulteriore catena liquida di ridistribuzione delle forze.

L'apparato sospensore dei grossi vasi sanguigni e linfatici (ma anche dei capillari), è caratterizzato da una serie di collegamenti attraverso la rete fasciale per cui non essendovi compressione diretta sul lume del vaso non potranno sussistere variazioni della gittata o creazione di anse in grado di limitare le operazioni che essenzialmente garantiscono la funzioni omeostatiche.

L'interdipendenza fra struttura fasciale e meccanismo omeostatico è spesso sottovalutato. La manipolazione mio-neuro-connettivale (in generale un'approccio globale), cerca di ristabilire una corretta omeostasi.

Smembramento della corrente dei sentimenti da parte delle tensioni croniche:

Blocco_sentimenti

La consapevolezza corporea è strettamente legata al movimento corporeo. Noi siamo in grado di percepire ciò che si muove; ciò che non si muove è scarsamente percepito o addirittura completamente fuori dalla nostra percezione cosciente. Per tale ragione, le parti del corpo bloccate da tensioni muscolari croniche sono pressoché escluse dal normale campo propriocettivo; non solo, ma l’individuo non è nemmeno consapevole delle tensioni responsabili del deficit motorio e del deficit percettivo.

Un sentimento è la percezione di un evento o di un movimento interno al corpo. Se non c’è evento non ci sono sentimenti, perché non c’è nulla da percepire.

Un emozione è un movimento (un moto) verso qualcosa ( il prefisso “e,, di “e-mozione,, denota la direzione dall’interno verso l’esterno). Ogni emozione è movimento dal centro verso la periferia, dove viene tradotta in azione:

  • l’amore, viene vissuto come un impulso di protendersi verso qualcuno;
  • la rabbia, come un impulso di colpire intorno a noi;
  • la tristezza, come un impulso di sfogarsi con il pianto.

L’impulso dell’emozione deve raggiungere la superficie del corpo per essere vissuto come sentimento. Non occorre, comunque che produca una qualsiasi azione manifesta. Se l’impulso produce nella muscolatura uno stato di predisposizione ad agire, allora sarà vissuto come emozione.

L’inibizione del movimento per mezzo di una tensione cronica dei muscoli ha effetto di sopprimere il sentimento. Una tensione del genere irrigidisce il corpo e rende parzialmente insensibili.

Poiché la rigidità è associata con la repressione dei sentimenti, si può dire quali sentimenti vengono repressi esaminando il tipo di tensione:

  • mascelle serrati – ostacolano l’impulso di mordere, che però può emergere sotto forma di pungente sarcasmo. Le mascelle serrate bloccano anche gli impulsi di succhiare, sopprimendo il desiderio di intimità e di contatto.
  • gola contratta – impedisce i singhiozzi profondi e aiuta a reprimere la tristezza.
  • spalle irrigidite – riducono l’intensità di una reazione d’ira.
  • rigidità generalizzata del corpo – lo intorpidisce, limitandone la respirazione e la motilità. Cosi facendo riduciamo la quantità di ossigeno immessa, diminuendo l’attività metabolica e riducendo l’energia disponibile per i movimenti e i sentimenti spontanei.

La respirazione possiede la caratteristica di essere un’attività naturale e involontaria, soggetta però, nello stesso tempo, al controllo cosciente.

Gli stati emotivi influiscono direttamente sulla respirazione:

  • rabbia – il respiro diventa più rapido, per aiutare il soggetto a mobilizzare una maggiore quantità di energia per l’azione aggressiva.
  • paura – trattenere il respiro perché nello stato di paura l’azione è sospesa.
  • panico – come una persona cerca disperatamente di sfuggire a una situazione minacciosa, il respiro si fa rapido e poco profondo.
  • terrore – si respira a fatica, in quanto questa emozione ha un effetto paralizzante sul corpo.
  • stato di piacere – la respirazione è lenta e profonda.

La chinesiterapia, la ginnastica propriocettiva, la ginnastica medica, e in particolare le metodologie che si basano su un lavoro percettivo-motorio di presa di coscienza corporea e di rieducazione propriocettiva e posturale, si rivelano estremamente utili per il paziente, ma non sono in grado di contattare quelle dinamiche emozionali di cui lo stesso soggetto non è consapevole. D’altra parte non è certo questo l’obiettivo delle tecniche chinesiterapiche.

Il fluire della corrente e i sentimenti:

Il fluire dei sentimenti

Il “feeling” (l’importanza della retroazione)

In un intervista di Alessandra Callegari, nel luglio 2003, Alexander Lowen dichiara: “E’ sbagliato il fatto che la mente controlli tutto, anche i sentimenti e le emozioni. Con la mente, gli uomini pensano: “posso fare questo e quello”, ma non ne hanno un vero feeling, non lo sentono. La gente non è sana. E anche quando fa qualcosa per sé, per esempio attività fisica, ginnastica in palestra, sport ecc., non lo fa per stare bene, ma solo o prevalentemente per essere più forte, più bella. Per l’immagine. Insomma, non sente. Il sentire non ha a che fare con l’intelligenza, né con la forza. Ecco perché la bioenergetica può insegnare a diventare più vivi, più vitali e a sentirlo......Se dovessi scrivere un libro ora, non insisterei sul carattere, ma sulle dinamiche energetiche del corpo, sul respiro, sulla vibrazione, sul grounding. Questo non significa che non si debba dire ai propri pazienti quali problemi caratteriali hanno. Ma non saranno in grado di cambiarli per il solo fatto di sapere che li hanno. Chi vuole teorizzare troppo, lo fa perché ha paura di stare nel corpo e preferisce stare nella testa. Visto invece che ci sono buone tecniche corporee, come quella che ti ho mostrato prima, meglio non parlare troppo…”

Non credo che sia superfluo ricordare che nel suo significato più generale la parola feeling denota percezioni collegate al corpo (sensazioni di malessere, di benessere, di dolore, sensazioni tattili), più che un apprezzamento di ciò che è veduto e udito.

E’ il corpo che si scioglie d’amore, si congela di paura, trema di rabbia e si protende in cerca di calore e di contatto. Staccate dal corpo, queste parole sono solo immagini poetiche.

Tutti i sentimenti nascono da processi corporei e devono essere compresi sulla base di questi processi. Sperimentate nel corpo hanno una realtà che conferisce un significato all’esistenza. Se è basata sulla realtà delle sensazioni corporee, un’identità ha sostanza e struttura. Astratta da questa realtà, l’identità è un prodotto sociale, uno scheletro senza carne.

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